Myanmar – la verità sui Rohingya

 

Myanmar – la verità sui Rohingya


Dei rohingya in Italia se ne parla unicamente perché il riflettore su di loro lo ha messo Papa Francesco, il quale incurante di difendere le popolazioni cristiane perseguitate e senza che ha mai condannato esplicitamente il terrorismo islamico (che non ha mai citato come tale), perde tempo unicamente a difendere gli interessi delle popolazioni islamiche. Ma chi sono i rohingya e perché sono oggetto di espulsione dalla Birmania (Myanmar)? Innanzitutto va rilevato che sono una popolazione di religione islamica, di origine bengalese, che parlano una lingua affine a quella bengalese che, nei secoli passati, sono penetrati nella regione birmana del Rakhine durante il dominio inglese, abitata da popolazioni sino-tibetane di religione buddista come i

Sembra che le prime immigrazioni di musulmani bengalesi risalgono al 1430 quando re Narameikhla conquistò il potere nel Regno di Mrauk U (Arakan o Rakhine del Nord) grazie al supporto armato di truppe inviate dal Sultanato del Bengala. I re arakanesi, che avevano titoli islamici, furono a lungo tributari del Sultanato del Bengala e favorirono l’immigrazioe araba, persiana e bengalese inserendo I musulmani ai vertici del potere politico e militare. Nel 1785 l’esercito birmano conquisto il Rakhine espellendo molti musulmani che si rifugiarono nel Bengala, trovando rifugio e protezione da parte delle autorità coloniali inglesi. La Compagnia britannica delle Indie Orientali attaccò la Birmania e occupò il territorio del Rakhine favorendo l’immigrazione di centinaia di migliaia di lavoratori bengalesi, provenienti principalmente dalla città di Chittagong. Questa politica immigrazionista inglese creò sentimenti di ostilità da parte delle popolazioni locali che alamentavano il razzisto dei governanti inglesi nei loro confronti e l’averli discriminati immettendo nei posti chiave del governo, dell’economia e dell’esercito immigrati indo-bengalesi di religione islamica., tanto che verso la fine degli anni trenta del secolo scorso iniziarono scontri tra le popolazioni autoctone sino-tibetane dei rakhine e gli immigrati musulmani bengalesi, che successivamente si autodefinirono rohingya (tale nome è iniziato ad essere utilizzato dagli anni 50 del secolo scorso). Durante la seconda guerra mondiale il Rakhine fu evacuato dai britannici e occupato dai giapponesi. Gli inglesi per contrastare l’avanzata giapponese armarono i musulmani locali che, invece di fare guerra ai giapponesi cominciarono a fare stragi di popolazioni di arakanesi (rakhine e karenni) scontrandosii con le forze nazionaliste birmane e l’esercito giapponese. Dopo l’indipendenza della Birmania sorse tra le popolazioni islamo-bengalesi (rohingya) un movimento armato, detto Mujahid, che nel 1947 scatenò la jihad nel nord dell’Arakan per instaurare uno Stato Islamico basato sulla sharia (legge islamica). Nel 1948 la Nord Arakan Muslim League fece un appello al Pakistan affinché intervenisse militarmente contro la Birmania e annettesse il territorio al Pakistan Orientale (attuale Bangladeh), per loro sfortuna il governo pakistano non se la sentì di scatenare una guerra di conquista contro quello birmano. In tutto il territorio dell’Arakan mujaheddin rohingya, supportati da volontari bengalesi, hanno combattuto contro l’esercito birmano e hanno aggredito le popolazioni locali arakanesi (rakhine) definite infedeli e pagane e, pertanto, secondo il Corano, meritevoli di sterminio. Nel 1978 il governo socialista birmano del dittatore Ne Win (Partito del Programma Socialista) per porre fine al separatismo islamico dell’Arakan del Nord promosse l’Operazione Dragon King, al fine di proteggere le popolazioni arakanesi autoctone e buddiste dalle aggressioni islamiche, espulse dalla Birmania o Myanmar, decine di miglia di rohingya. Il 28 maggio 2012 a seguito dello stupro di una ragazza buddista da parte di tre ragazzi rohingya si sono succeduti violentissimi scontri tra le popolazioni locali buddiste e i rohingya, tanto che lo stato birmano fu costretto a dichiarare lo stato di emergenza in tutto il Rakhine. In tale periodo migliaia di musulmani hanno abbandonato detto territorio per rifugiarsi in Bangladeh. Nel 2017 i rohingya, hanno ripreso le armi, proclamato la guerra santa contro gli infedeli e il Myanmar, costituito l’ARSA (Arakan Rohingya Salvation Army) e dichiarato di voler costituire il Sultanato di Arakan. Oltre all’ARSA sono sorti numerosi gruppi guerriglieri islamici quali: il Fronte Islamico Rohingya dell’Arakan del quale è leader Nurul Islam, l’Esercito Islamico Rohingya guidato da Mohammad Zakaria, l’Ale (Esercito di Liberazione dell’Arakan) e l’Arno (Organizzazione Nazionale Arakan Rohingya), l’Organizzazione di Liberazione Islamica Rohingya, l’Harkat-ul-Mujahidin e il Jihad Islamico di Birmania, questi ultimi due gruppi hanno mandato mujaheddin in Afghanistan a fianco dei talebani e in Siria a fianco dello Stato Islamico o nelle milizia islamiste armate dalla Turchia. E’ per reprimere l’insurrezione islamica, il cui leader è Ata Ullah, un pakistano d’origine rohingia formatosi in una madrassa coranica e cresciuto in Arabia Saudita, dove c’è il quartier generale dell’ARSA, vengono raccolti i finanziamenti e vengono reclutati terroristi da infiltrare in Birmania, che l’esercito birmano è intervenuto per reprimere, anche pesantemente, la ribellione al fine di tutelare l’integrità territoriale del Myanmar e difendere le popolazioni buddiste residenti nel Rakhine. Vanno informati I paladini dei diritti umani in Birmania che nessun gruppo rohingya lotta per la democrazia o la tolleranza reciproca ma che, al contrario, vogliono la separazione dalla Birmania e l’instaurazione di uno Stato Islamico, cosa che non è né consentibile né auspicabile (se non forse da Papa Francesco che ultimamente sembra il maggior sostenitore dell’Islam). Ci sarà un motivo se un premio Nobel per la Pace quale Aung San Suu Kyi, pensi che l’unico modo per tutelare il suo popolo è seguire l’esempio dei Regni di Spagna e del Portogallo e dei normanni in Sicilia, cioè quello di espellere, secoli fa, gli invasori islamici e i loro discendenti dal territorio nazionale.

Filippo Ortenzi


Commenti

Post popolari in questo blog

Chiesa Ortodossa - Corsi didattici 2022

La Chiesa Ortodossa Italiana consacra tre nuovi diaconi (Frosinone – Recale CE e Osimo AN)

Comodato ...