LA BCE REAGISCE AL SUPER-EURO

di Alberto Micalizzi

LA BCE REAGISCE AL SUPER-EURO

Ieri il Financial Times ha divulgato i commenti di tre membri del Consiglio Direttivo della BCE che hanno espresso preoccupazione per il forte apprezzamento dell’Euro verso Dollaro (il titolo dell’articolo è “Rising euro stokes ECB worries over falling prices”, traducibile come “L’apprezzamento dell'euro alimenta le preoccupazioni della BCE per il calo dei prezzi" (ndr: cioè per la deflazione)).

Infatti, nella giornata di Lunedì 1 Settembre il cambio Dollaro/Euro ha toccato un massimo di periodo di 1,20 durante le contrattazioni, con una apprezzamento dell'euro verso dollaro di quasi il 10% da inizio anno.

Gli intervistati hanno confermato che la BCE non può restare a guardare e che saranno necessarie manovre correttive.

Tradotto per tutti, vuol dire che la BCE sarà costretta a seguire la banca centrale americana intensificando i piani di riacquisto di bonds, soprattutto quelli governativi (come sostenevo nel mio precedente post “La svolta della Federal Reserve che spiazza l'Eurozona”).

Quello che la FED ha innescato con il discorso di Powel di settimana scorsa sembra un effetto valanga che potrebbe spingere la BCE ad osare di più, aumentando la disponibilità di cassa per monetizzare quote aggiuntive di debito pubblico.

Se avessimo un Ministro dell’Economia e delle Finanze competente e coraggioso, in queste condizioni potrebbe coordinare con la BCE l’emissione di almeno 300 miliardi di BTP da far arrivare alla BCE tramite il sistema bancario. Sarebbe come raccogliere 300 miliardi a costo zero e senza aumentare il debito pubblico reale (cioè quello scambiato sui mercati).

Servirebbe all'Italia per rispondere energicamente alla crisi economica post-Covid senza effetti sul debito, e servirebbe alla BCE per stabilizzare l’Euro evitando di importare ulteriore decrescita e deflazione.

Ma noi abbiamo Gualtieri.

Alberto Micalizzi