Marocchinate - Aspettavano i liberatori ma arrivò l'inferno

 

MaROCCHINATE  

Aspettavano i liberatori ma arrivò l'inferno

Commemorazioni effettuate dalla  Chiesa Ortodossa Italiana e dall'Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate  

 

Il giorno della memoria delle vittime delle "marocchinate" (18 maggio), presso diversi capoluoghi in tutta Italia (Bari, Bologna, Cagliari, Cuneo, Frosinone, Genova, Latina, Napoli, Novara, Roma e Viterbo) e in tantissimi altri Comuni,  si sono tenute delle manifestazioni con la deposizione di un tricolore a un monumento o in un luogo simbolico dove civili inermi hanno perso la propria vita.                                                                                            

La Chiesa Ortodossa Italiana ha commemorato le vittime con la presenza del vescovo mons. Filippo Ortenzi, che ha ricordato le vittime e proceduto alle benedizioni di rito, accompagnato da padre Sergio di Frosinone e padre Alessandro di Roma. "Il 18 maggio del 1944, con lo sfondamento della linea Gustav, le forze alleate conquistano Monte Cassino ed il generale francese Augustin Guillaume concede ai Goumier (truppe marocchine, algerine, tunisine, senegalesi e berbere inquadrate nell’esercito francese e comandate da Ufficiali e Sottufficiali bianchi) 50 ore, almeno così ci racconta la vulgata storica, per riscuotere la loro ricompensa secondo la legge islamica, ovvero che tutto ciò che viene conquistato e non è musulmano può essere violentato e ucciso... Questo si traduce in stupri e uccisioni di donne, uomini, bambini e vecchi, come già avvenuto mesi prima in Sicilia e lungo tutto il territorio del sud Italia. Le violenze, che oggi verrebbero denunciate come crimini di guerra e contro l’umanità, arrivano fin nei territori del viterbese e del senese e solo l’appello di Papa Pio XII al Generale Clarke riesce a mettere fine a questa barbarie. La prima cittadina a subire questo assalto fu Esperia dove più di 700 donne furono violentate nell’indifferenza del Generale De Gaulle, presente in loco". Così  padre Sergio Arduini,  appuntato dei carabinieri e parroco ortodosso di Valle Paradiso, nonché Vice Presidente dell'Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate, ricostruisce gli eventi che hanno insanguinato l'Italia, colpendo la popolazione civile, inerme e indifesa.

Nel frusinate le commemorazioni sono cominciate già verso le 08:30, proprio nel capoluogo, presso il vecchio stadio Matusa, ormai trasformato in un parco aperto al pubblico, dove il Sindaco Nicola Ottaviani ha presenziato al posizionamento di un cippo commemorativo realizzato dalla Accademia delle Belle Arti di Frosinone.

Presente anche Emiliano Ciotti, Presidente della O.N.L.U.S. Associazione Nazionale Vittime Delle "Marocchinate" , il quale ha spiegato come l’associazione supporti e assista le vittime nelle denunce presso i Tribunali ordinari e militari, e anticipa che per il prossimo anno si sta preparando una denuncia presso la Corte Internazionale dell’Aia.

Emiliano Ciotti ha posto l’attenzione su come lo Stato Italiano abbia liquidato, con indennizzi irrisori, quelle poche vittime che, superando la vergogna e la paura di essere “additate e marchiate”, trovarono il coraggio di denunciare. L’avvio di una battaglia legale per chiedere “un’indennità di accompagno” è stata annunciata anche dall’Avv. Mauro Sabetta durante la cerimonia, sempre a Frosinone, che in serata ha concluso la giornata.

Altro impegno dell'Associazione è ottenere il riconoscimento da parte dello Stato della Giornata Nazionale delle Marocchinate così come già avviene per la giornata delle Foibe e delle Shoah

Il Vice Presidente Sergio Arduini, nel suo accorato intervento presso il Monumento ai Caduti di Torrice (FR), ha posto l’attenzione su come la difficoltà più grande, all’inizio delle attività della ONLUS, sia stata il rompere il muro di omertà e silenzio, dovuto anche alle controverse dinamiche che ancora oggi riguardano la storia della Liberazione e come sia difficile affrontare argomenti che ancora oggi sono molto divisivi e politicizzati. L’unica cosa certa è che le vittime, prima di essere fasciste o comuniste, prima di essere di destra o di sinistra, sono innanzitutto vittime. Tra i presenti numerosi giovani capeggiati da Gian Marco Crescenzi e il consigliere comunale avv. Giancarlo Florenzani.

La Chiesa Ortodossa Italiana e l'Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate hanno commemorato le vittime dei "liberatori islamici" anche a Castro dei Volsci (paese natale di Nino Manfredi, dove è presente la statua che ricorda la Mamma Ciociara. Tra i presenti anche l'assessore di Ceccano Ginevra Bianchini e il presidente della Gioventù Nazionale del Frusinate Daniele Massa.

 

La manifestazione si è svolta anche a Veroli, dove tra i presenti abbiamo notato il pittore di fama internazionale Luigi Centra, il consigliere comunale avv. Cristiano Papetti e il coordinatore cittadino di Destra Sociale in Fratelli d'Italia Giancarlo Natalia

 

 

 

Alla manifestazione di Giuliano di Roma, tra le numerose persone che hanno partecipato alla commemorazione, segnaliamo il Presidente del Consiglio Provinciale Daniele Marra e il Sindaco del paese Adriano Lampazzi.

 

 

Alla manifestazione provinciale di Frosinone erano presenti anche delle rappresentanze dell'Associazione Nazionale Polizia di Stato e Associazione Nazionale Carabinieri (vedi foto) oltre che il Sindaco di Ceccano dott. Roberto Caligiore, il presidente del Consiglio Provinciale Daniele Marra e una delegazione degli Amici della Fiamma di Paliano diretti da Antonello Schifalacqua e Roberto Humber.

La Chiesa Ortodossa Italiana ha partecipato alle manifestazioni di Frosinone, Torrice, Castro dei Volsci, Giuliano di Roma, Veroli e ancora Frosinone dove il Primate Metropolita, Mons. Filippo Ortenzi, ha benedetto i tricolori deposti sui monumenti, tutti i partecipanti e ha invitato ad un momento di preghiera che ha visto il profondo e rispettoso raccoglimento per un minuto di silenzio seguito dalle note dell'Inno degli Italiani.

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“Aspettavano i liberatori ma arrivò l'inferno. Dove passarono però le truppe francesi, accaddero cose mai viste in quelle terre: stupri, rapine, saccheggi, omicidi, evirazioni e torture furono all'ordine del giorno… Appena sbarcati in Italia i Goumiers fecero subito vedere di che pasta erano fatti, in Sicilia, infatti, essi cominciarono a razziare e sequestrare donne del luogo considerandole “bottino di guerra” e le portarono via come prostitute. Queste violenze non vennero compiute solo in Sicilia ma prosegui poi nel resto della penisola, concentrandosi sopratutto nel centro Italia e si arrestò solo nell'ottobre del '44 alle porte di Firenze, quando il corpo di spedizione francese fu trasferito in Provenza. Oltre mille omicidi, 60.000 donne stuprate e ben 180.000 violenze carnali.”

(dalla presentazione del libro "Le marocchinate" di Emiliano Ciotti - nella foto con padre Sergio Arduini e mons. Filippo Ortenzi )

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