Roma – Festa di “San Michele Arcangelo”

 

Roma – Festa di  “San Michele Arcangelo

la Chiesa Ortodossa Italiana partecipa alla festa della comunità  Ortodossa Eritrea

 


Si è svolta a Roma, nella Chiesa Copta Ortodossa Eritrea di San Salvatore in Campo, la festa patronale dell’Arcangelo Michele, alla quale hanno partecipato un migliaio di fedeli della comunità eritrea di Roma.

San Michele è raffigurato come un giovane alato in armatura, con spada che  affronta il demonio in veste di drago, per sconfiggerlo. La preghiera che i fedeli gli rivolgono, è di essere difesi dalle insidie e dalla malvagità del Male. 

Preghiera sempre molto attuale.

 La cerimonia è stata guidata da Abuna Paulus, vescovo per l’Europa delle comunità copte ortodosse eritree. Alla celebrazione, successiva processione e festa ha partecipato Sua Beatitudine Filippo, arcivescovo di Roma della Chiesa Ortodossa Italiana, accompagnato da padre Masseo Emilio Boni.

Le autorità religiose eritree, nei loro interventi, hanno ringraziato la Chiesa Ortodossa Italiana per aver partecipato all’evento e sono rimasti favorevolmente sorpresi per la rinascita dell’ortodossia nella nostra Nazione.

La nostra Chiesa intrattiene rapporti amichevoli con la comunità ortodossa eritrea da anni, già nel 2020 (per la precisione il 27 settembre) – mons. Filippo Ortenzi, Arcivescovo Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana, si era incontrato  con una delegazione  del Consiglio Direttivo della comunità copta ortodossa eritrea di Roma, guidata dal Presidente padre Gebremariam Hadera, e composta dal segretario Ghirmay Simon e dal consigliere Selomon Sambini per instaurare rapporti di amicizia e collaborazione tra le comunità ortodosse eritrea e italiana.



Ci ha fatto quindi enormemente piacere l’invito, giuntoci dal Rev. Tesfaslassie Estifanos Kifle, parroco della Chiesa Copta Ortodossa Eritrea di Roma, di partecipare  alla cerimonia liturgica dell’Arcangelo San Michele, che ha avuto luogo il 20 novembre 2022 dalle ore 08.00 in Piazza San Salvatore in Campo. La cerimonia, effettuata in una Chiesa strapiena è stata molto suggestiva e, durante l’Eucarestia è stato chiesto all’Arcangelo di aiutarci a crescere nella fiducia, conducendoci sulla strada del coraggio e della Fede eroica e pura.

Successivamente si è svolta una processione con l’uscita  delle Tavole Sacre, al termine della quale si è svolta una manifestazione con canti religiosi nella piazza antistante la Chiesa e, dopo le parole del vescovo Abuna Paulus il nostro Metropolita ha portato i saluti della Chiesa Ortodossa Italiana.

L’Eritrea è uno Stato laico che rispetta e festeggia le ricorrenze delle diverse religioni presenti, principalmente cristiano ortodossa e musulmana sunnita, con piccole minoranze cattoliche, protestanti e animiste. A Roma gli eritrei e gli italo-eritrei (discendenti di coppie miste) sono circa settemila molti dei quali con cittadinanza italiana e ben integrati nel tessuto sociale della nostra città.

Mentre gli italo-eritrei sono per lo più cattolici, i cittadini eritrei presenti in Italia sono in maggioranza ortodossi con una forte minoranza musulmana. 

Abitata fin dall’antichità, l’attuale Eritrea, al tempo dei faraoni (2.500 a.C),  era conosciuta come “La terra di Punt“, che significa “Terra degli dei”.

Nell’anno 1000 a.C. fu occupata dai Sabei (il popolo yemenita della mitica Regina Machedà, che andò in sposa al Re Salomone ed è nota nella Bibbia come Regina di Saba) di religione ebraica, che poi diedero origine a vari regni, il Regno di D’mt (VIII secolo a.C) e il Regno di Axum (I secolo d.C – VII secolo d.C).

Durante il regno axumita le popolazioni dell’attuale eritrea si convertirono al cristianesimo copto ortodosso, tranne una piccola parte che rimase fedele alla religione ebraica (falascià), poi sopravvenne un periodo di turbolenza medioevale che finì nel XVI secolo con l’invasione ottomana che durò fino al 1882 quando passò sotto il governo reale italiano. 



Fu sotto l’Italia che a questo territorio fu dato il nome di Eritrea (suggerito al presidente del Consiglio Francesco Crispi dallo scrittore milanese Carlo Dossi ), riprendendo dal greco ἐρυθρός (erythrós) che significa “rosso” essendo situata nelle coste del mar Rosso.

Il popolo eritreo è stato sempre molto legato all’Italia, tanto che dopo la sconfitta delle truppe italiane  a  Gondar (27-11-41), gli eritrei condussero, dal novembre 41 all’autunno 43 una forte guerriglia contro l’occupazione britannica che coinvolse oltre settemila guerrieri, guidate da comandanti sia italiani come Luigi Cristiani (seniore della Milizia) e il capitano del SIM Francesco De Martini, che eritrei come il muntaz (caporale degli Zaptiè o carabinieri eritrei) Ali Gabrè e lo sciumbasci (maresciallo degli ascari) Amid Idris Awate, quest’ultimo nel dopoguerra sarà uno degli eroi dell’indipendentismo eritreo dove diresse le formazioni militari guerrigliere.

Ma il più noto di tutti, vero eroe nazionale per l’Eritrea, è stato il capitano di cavalleria Amedeo Guillet, noto come il “Comandante Diavolo”, comandante del “Gruppo Bande Amhara”, una vera leggenda tanto che nel 2000 venne ricevuto all’Asmara dal presidente Isaias Afewerki con gli onori riservati ad un capo di Stato.

Dopo la celebrazione religiosa l’incontro è proseguito in Via Tuscolana presso DIVINA Club dove si è svolto un pranzo comunitario. Sua Beatitudine è stato fatto accomodare sul tavolo delle autorità, a fianco del primo segretario dell’ambasciata dello Stato di Eritrea Haile Ogbazghi Tecle. La comunità eritrea lamenta che il nostro Governo, nonostante i legami storici con l’Italia,  ha abbandonato completamente il loro paese, vittima non soltanto di una cattiva stampa ma anche di embarghi che ne impediscono la crescita economica.



L’Italia è il secondo esportatore in Eritrea dopo l’Arabia Saudita ma, praticamente, non importa nulla. La nostra Chiesa ha dato la sua disponibilità per sensibilizzare le autorità italiane affinché l’amicizia tra i popoli eritreo e italiano favorisca anche la reciproca comprensione e amicizia tra gli Stati.


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